A Madrid con amici da sette paesi europei

Quando si parla di diversità, di inclusione molto spesso si immaginano le differenti etnie, culture che cercano un punto di armonia, di incontro per una società coesa.
Ma lavorare sull'inclusione è importante anche per chi soffre di disabilità.
Oggi abbiamo camminato molto con l’amica Natalia, cieca, che si batte per chi, come lei, si trova in questa condizione.
Natalia si scontra con una società che deve imparare a includere, a rendere la vita normale per tutti. Si batte contro le barriere architettoniche, per creare percorsi di occupazione lavorativa, per supportare l’autonomia e l’indipendenza nelle case e per un inserimento normale dei bambini non vedenti nelle scuole.
Le discriminazioni nei confronti di chi ha una disabilità vanno affrontate con due prospettive; una di breve termine, volta a rispondere il più possibile ai bisogni immediati delle persone e l’altra culturale, quindi di lungo periodo, all'interno delle scuole. Le giovani generazioni diventeranno i nostri prossimi governanti e per poter affrontare le sfide dell’inclusione sociale devono avere una formazione e una sensibilità diversa da chi li ha preceduti.
Natalia ci ha mostrato direttamente i principali problemi che deve affrontare ogni giorno, ma allo stesso ci ha dimostrato come poterli affrontare.
La Spagna, dove Organización Nacional de Ciegos Españoles (ONCE) svolge le sue attività dal 1938, vanta una grande esperienza su questo tema, ma con l’impegno di tutti le buone pratiche, possono essere riprodotte anche in altri paesi.

Vi ho raccontato della mia amica Natalia perché, a distanza di otto mesi io e molti ragazzi del TILN (Transatlantic Inclusion Leaders Network) come ci eravamo ripromessi al momento dei saluti ci siamo ritrovati, spontaneamente, in un contesto informale, per raccontarci come proseguono i percorsi e le attività che ognuno di noi porta avanti a livello territoriale.
Siamo un bel gruppo, con energie e potenziali prorompenti che spaziano su vari temi e a mio avviso potremmo collaborare tra di noi creando una rete europea ed è per questo che sono molto contento che la mia proposta in merito alla creazione di un’associazione europea che si occupi dei temi a noi cari e che costituisca quindi una casa comune in cui portare avanti le nostre istanze sia stata accettata.
Stiamo scrivendo lo statuto e sarà seguito tra qualche mese da un incontro di persona per chiudere i punti più importanti.
I temi di cui ci occuperemo sono: l’inclusione, il pluralismo, lotta contro ogni forma di discriminazione, lotta per la parità di genere a trecentosessanta gradi ( es: parità salariale, parità di accesso alle posizioni decisionali, ecc...).
Sono stati giorni importanti che come sempre mi dimostrano che non bisogna mai smettere di impegnarsi per ciò in cui si crede, ma soprattutto sono stati giorni in cui rendersi conto che quello che per la maggior parte di noi è scontato non lo è per molti altri che per portare avanti le loro battaglie devono innanzitutto abbattere delle barriere come ci ha insegnato Natalia.
Photo of Vasilena Mitsiadi