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Torino: la ricetta dell'incontro

Oggi è iniziata la formazione di “Le ricette del dialogo”. Il nome del progetto rimanda all'importanza di trovare la formula, la ricetta per conoscersi, per interagire tra persone diverse.

Uno strumento che può aiutare a instaurare un bel dialogo è proprio il cibo.

Il cibo può mettere attorno allo stesso piatto/tavolo persone di varie nazionalità, culture, religioni. Insomma, il cibo valorizza la diversità.

Alla formazione prenderanno parte 80 persone suddivise in 4 gruppi, due a Torino, uno a Bra e l’altro a Vercelli.

Gli iscritti sono originari di quattro continenti, arrivano da 34 paesi e le donne sono il 50% degli iscritti.

L’obiettivo del progetto, oltre promuovere l’intercultura e l’interazione, è quello di riuscire a dare loro gli strumenti per poter diventare autonomi e creare economia nel mondo del food.

Riuscire inoltre a costruire un curriculum che valorizzi la loro diversità e le loro qualità, (per mantenerla in termini di cibo) rendere le loro qualità appetibili nel mondo del lavoro.

Per raggiungere quest’obiettivo abbiamo scelto di trattare alcuni argomenti fondamentali.

In primis elementi di haccp e delle varie forme di impresa.

Una parte importante è dedicata alle procedure legali da seguire quando si organizzano eventi etnici sul territorio.



Verranno affrontati argomenti come la stagionalità dei prodotti ortofrutticoli, la biodiversità, i nuovi semi importati da uomini e donne che vivono nella nostra regione e che stanno creando un nuovo concetto di km-zero.

Saremo accompagnati da esperti del mondo della comunicazione, dello story telling che insegneranno dei passaggi utili per raccontarsi, presentarsi e cambiare anche la percezione che gli altri hanno quando tendono a giudicare a primo impatto.

Questi strumenti aiuteranno loro a presentarsi durante i colloqui di lavoro. Tendenzialmente, si giudica alla prima impressione e, soprattutto in questi momenti, ogni secondo è prezioso per raccontarsi all'intervistatore.

Avremo per questo esperti delle agenzie interinali che forniranno alcune osservazioni dal loro punto di vista.

Ma una delle cose più importanti che porteremo avanti dopo i due mesi di formazione è quella di raccontare le storie di 10 partecipanti attraverso un libro, persone che poi svilupperanno il proprio ristorante in casa a fini interculturali per farsi conoscere meglio, partendo dalla tavola.

Qualche mese fa si chiudevano le porte e i porti; oggi, invece, apriamo le porte per conoscerci.









Nel finale una bella frase di una partecipante: “Voglio fare la badante, l’ho fatto in Camerun e lo voglio fare anche qui in Italia. Sono in questo corso perché voglio accompagnare gli ultimi anni di vita delle persone dando loro il piacere di mangiare cose buone. Tutto questo non è solo importante, ma anche bello”



















Album formazione



Il progetto le ricette del dialogo è cofinanziato dall’AICS, e oltre a Slow Food Internazionale vi sono altri importi partner come la cooperativa Colibrì, Panafricando, Asbarl, Renken, comune di Torino, Regione Piemonte ed Lvia come capofila.



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