Torino: convocato il tavolo Rom

Oggi con Igor, abbiamo partecipato al tavolo Rom di Torino. Il tavolo non veniva convocato da alcuni anni e questo incontro potrebbe rappresentare un inizio nuovo che va oltre la demagogia o la strumentalizzazione mediatica e non solo con cui spesso ci si approccia a questa realtà.
E’ chiaro a tutti, l’obiettivo è superare oltre i campi. La sfida merita il giusto tempo di realizzazione non può pertanto essere focalizzata sul breve periodo o avere come obiettivo una campagna comunicativa utile a dimostrare agli elettori (a certi elettori) cosa si è fatto, senza però risolvere la questione. Io credo si debba lavorare con serietà e lungimiranza coinvolgendo una generazione intera di persone che vivono nei campi
La vita nei campi è un'usanza tramandata per necessità di generazione in generazione che caratterizza fortemente la popolazione rom e che per poter essere modificata in modo efficacie ha quindi bisogno di veder coinvolti in prima persona membri di questa comunità.
Gli assessori, Giusta, Schellino e Unia presenti all'incontro, cercheranno, ognuno nella sua area di competenze di realizzare questo cambiamento.
Questa nuova “cabina” di regia, unita alle realtà associative del territorio potrebbe rivelarsi la chiave per raggiungere l'obiettivo.
Noi abbiamo presentato le nostre proposte, una delle quali va proprio nella direzione di coinvolgere/creare un team di seconde e terze generazioni di ragazze e ragazzi rom che possano non solo essere formati su temi utili alla realizzazione del percorso ma che diventino dei peer educator per i propri coetanei dei campi.
I ragazzi hanno bisogno di esempi positivi interni alle loro comunità per farsi trascinare e motivare. I rom con competenze sono numerosi, vanno valorizzati e aggregati in prima persona. Il lavoro va svolto con loro se vogliamo tra 10, 15 anni, un problema che oggi sembra di difficile risoluzione possa non riempire più le pagine dei giornali bensì essere raccontato come una vittoria dei processi di inclusione.